Le origini
Le origini di Vietri sono molto dibattute. Per lungo tempo gli studiosi hanno collocato l’antica città etrusca di Marcina (VII sec. A.C.) dove oggi è Marina di Vietri. La descrizione data dallo storico-geografo Strabone, però, è stata reinterpretata in seguito a scoperte archeologiche recenti che la collocherebbero invece altrove. Cosa certa è che nella zona di Marina, chiamata ancora oggi Bagnara, vi fossero delle terme romane successivamente inglobate nei palazzi settecenteschi che affacciano sulla odierna piazza principale intitolata a Don Attilio della Porta, personaggio importante per la storia e per la comunità marinese. Questa zona era vocata al commercio sia per la vicinanza all’insenatura naturale del porto di Fuenti che per i “bagni”. L’aspetto mercantile venne poi abbandonato in quanto l’innalzamento del mare coprì l’attracco per cui venne costruito un porto più grande nella vicina Salerno. Distrutta e saccheggiata nel 456 dalle orde vandaliche, l’abitato fu ricostruito nell’ VIII secolo dai marcinesi superstiti che avevano trovato rifugio sui monti vicini fondando sulle rovine della città distrutta un nuovo centro a cui diedero il nome di Vietri (dal latino vetus, cioè vecchio, antico), dando così vita alla comunità che più tardi si strinse e si sviluppò intorno alla chiesa di S. Giovanni Battista: l’attuale abitato di Vietri sul mare. Nella zona del Ciroppolo, accanto alla chiesa, c’era già un castrum (accampamento) costruito dai romani probabilmente prima che la vicina Salerno assumesse un’importanza strategica.
Il periodo industriale, cantieristico e commerciale
La Costiera Amalfitana, con i suoi paesini aggrappati alle montagne ed i panorami mozzafiato, è oggi una delle mete turistiche più affascinanti d’Italia ma fino a qualche secolo fa era tra i poli industriali più importanti del Mezzogiorno. Vietri sul Mare, città capofila della Costiera Amalfitana dalla secolare tradizione di ceramica artigianale vede nascere i primi opifici nel XVII secolo con lavorazioni protoindustriali di ceramica, smalti, vetro, metalli, carta e tessuti. Sfruttando l’energia idraulica del fiume Bonea per alimentare macchinari tecnologicamente sempre più sofisticati, contando su una fitta rete di scambi commerciali in tutto il Mediterraneo e godendo dell’autonomia politica dalla città di Cava de’ Tirreni sancita da Giuseppe Bonaparte nel 1806, Vietri sul Mare si afferma nell’800 non solo come centro di produzione industriale ma anche come prolifico ambiente culturale, ospitando artisti ed intellettuali da tutta Europa attirati dal fascino del Grand Tour. Nel Novecento, a causa della crisi del ’29 e dell’alluvione del ’54, si assiste alla progressiva ma inesorabile chiusura dei settori industriali, soppiantati dal comparto turistico. Simbolo di questo periodo storico, è la ex Vetreria Ricciardi. Originariamente sorto come monastero nel 1700, il complesso venne subito dopo convertito in lanificio per poi essere trasformato nel 1800 in una grande fabbrica per la produzione del vetro iniziata dalla famiglia Taiani e poi passata alla famiglia Ricciardi che hanno ampliato l’edificio. Dopo l’alluvione del 1954, viene acquistato dalla famiglia di ceramisti vietresi Solimene. Attualmente, si presenta in stato di semi-abbandono. Marina di Vietri era invece, per la sua vicinanza al porto di Fuenti, un attracco importante per gli scambi commerciali della zona con i paesi del Mediterraneo. Negli stessi luoghi, vi erano i cantieri navali per la costruzione di imbarcazioni utilizzate per la pesca ma anche per il commercio.
Alluvione del 1954
Il nostro territorio, per le sue caratteristiche, è stato sempre soggetto ad eventi alluvionali più o meno gravi. L’alluvione del 1954, per l’intensità della pioggia (oltre 500 mm. in sedici ore), il numero delle vittime e l’entità di danni è da considerarsi la tragedia naturale più grave che si sia abbattuta a memoria d’uomo sulle nostre coste. Il comune di Vietri fu uno dei più colpiti, in particolare le frazioni di Marina e di Molina, su cui si abbatté la furia delle acque del fiume Bonea, ingrossato dal materiale che vi si riversava. Si registrarono 117 vittime, 60 aziende distrutte o danneggiate e circa 450 famiglie senzatetto. A Marina parte dei fabbricati e dei cantieri navali costruiti lungo gli argini del fiume furono distrutti dalla violenza delle acque. Con i detriti trasportati in mare si creò un ampio delta che fu poi uniformemente distribuito dalle correnti marine creando l’attuale ampia spiaggia di Vietri. Durante la ricostruzione degli edifici abbattuti, furono ampliamente allargati gli argini del Bonea.